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Il Testamento: la prima cellula della pianificazione successoria

Matteo Spairani, consulente finanziario

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L’importanza della pianificazione successoria viene spesso sottovalutata, nonostante siano molteplici gli strumenti che permettono di trasferire e proteggere il patrimonio secondo la volontà del soggetto, con lo scopo anche di prevenire problemi futuri nella ripartizione del patrimonio e con una attenzione particolare al tema della fiscalità.

L’utilizzo di uno strumento piuttosto di un altro dipende da vari fattori, pertanto, prima di affrontare il tema della pianificazione è fondamentale effettuare un vero e proprio check up patrimoniale.

Consulente patrimoniale per testamento

Con l’aiuto di un consulente patrimoniale va esaminata la situazione familiare e patrimoniale nella sua totalità, comprendendo le situazioni che potrebbero minacciare o addirittura incidere negativamente nel progetto di pianificazione. Ecco perché parliamo di un percorso di pianificazione estremamente personalizzato, in quanto ogni situazione deve essere valutata nella sua specificità.

Il testamento

Lo strumento che rappresenta la cellula primaria e che è veramente accessibile a tutti perché non ha “barriere” legate alle disponibilità economiche (servono carta e penna, ma attenzione, anche la corretta conoscenza della forma che deve avere) è il Testamento..

Nella stragrande maggioranza dei casi, quando si parla di Testamento, vuoi per scaramanzia, vuoi per non voler affrontare argomenti così delicati, vuoi per poca conoscenza, si tende a passare oltre con un “ci penserò quando sarà il momento”.

Dati Istat sui decessi annuali in Italia

I dati lo dimostrano: se incrociamo i numeri forniti dall’Istat sui decessi annuali in Italia dell’ultima decade e li confrontiamo con i testamenti pubblicati, anche in un intervallo di tempo superiore (per ricomprendere il tempo necessario ad avviare le successioni), la media ci porta ad un dato nazionale intorno al 13% (arrotondiamo per eccesso), ossia per 100 successioni che si aprono, in poco meno di 13 è presente un testamento.

Delle restanti 87, con discreta certezza possiamo affermare che solo una piccola parte non necessitava di testamento in quanto era già stato tutto organizzato e pianificato per tempo. Il risultato finale è che quindi la maggior parte delle successioni seguirà i principi della normativa: niente di male, ci mancherebbe, ma senza programmazione, è frequente assistere a litigi tra eredi, attriti che possono sfociare in vere e proprie cause legali.

Torniamo al testamento ed ai suoi requisiti fondamentali.

Il testamento olografo

Sappiamo benissimo che il testamento olografo deve appunto avere l’olografia della scrittura, ossia essere composto dalla mano dal testatore. Sempre dalla mano del testatore deve essere apposta la firma e la data del documento, affinché esso possa essere valido. Un testamento scritto da un terzo anche se sotto dettatura, oppure digitato a computer e stampato, comporta la nullità del documento.

Se non sono in grado per impedimenti fisici (o non voglio incorrere in errori formali che compromettano la validità del documento), di scrivere di mio pugno le mie ultime volontà, posso ricorrere al testamento pubblico. Questo documento è redatto da un Notaio, che appunto ha l’incarico di raccogliere le mie disposizioni testamentarie, avendo cura di adottare tutte le necessarie formalità. Con questo atto, pur mancando l’olografia del testatore, ci si avvale della forza probatoria dell’atto pubblico e dell’accertamento delle volontà del soggetto, da parte del Notaio.

C’è poi un altro tipo di testamento, detto segreto, che unisce le peculiarità del testamento olografo e del testamento pubblico. Infatti è scritto di proprio pugno dal testatore ed essendo consegnato al notaio, si ha l’assoluta garanzia della sua conservazione. E sì, perché dobbiamo anche considerare che il classico testamento lasciato nel cassetto del comodino di casa, non è certo che troverà la via della pubblicazione.

Ma perché è importante il testamento?

La risposta più semplice è che la persona che redige il suo testamento, decide in modo consapevole e razionale a chi devolvere in eredità i propri beni patrimoniali, potendo così tutelare gli Eredi e prevenire possibili contenziosi futuri che si manifesteranno dopo la sua morte.

Il Testamento è dunque uno strumento decisionale nelle mani del testatore, ma è anche una forma di tutela verso i propri eredi, proprio perché come detto sopra una strategia patrimoniale ben strutturata deve anche considerare preliminarmente i rischi che si potrebbero concretizzare con una successione legittima.

Succession planning

E proprio la successione legittima spesso si “scontra” con dinamiche familiari e relazionali profondamente mutate nel tempo. Oggi abbiamo molteplici “modelli” di famiglia: coppie spostate con figli, coppie spostate senza figli, conviventi con figli o senza figli, coppie separate o divorziate con figli, unioni civili, famiglie monogenitoriali, vedove/i.
Ognuna di queste situazioni familiari ha enormi risvolti per quanto attiene al diritto successorio e spesso i legami sentimentali in essere potrebbero “non essere rispettati” in caso si aprisse improvvisamente la successione di un componente.
Le criticità potrebbero essere molteplici e con una corretta pianificazione potrebbero essere completamente gestite o sensibilmente depotenziate. Tra queste, oltre alla destinazione dei beni secondo le volontà del soggetto, potrebbe essere preventivamente valutata l’onerosità fiscale in capo ai superstiti, oppure evitare una divisione dei beni estremamente frammentata, con conseguenti difficoltà nella gestione degli stessi e relativi attriti al riguardo tra gli eredi.
Occorre sempre ricordare che in funzione del rapporto di parentela, gli Eredi non sono tutti uguali.

E la normativa prevede delle tutele per gli Eredi Legittimari, ossia una quota di legittima dell’asse ereditario. Ecco che nel redigere il proprio testamento, va considerato questo parametro quantitativo, proprio per evitare che le ultime volontà possano essere impugnate. Attraverso la destinazione della quota disponibile si potrà comunque definire di destinare una quota del proprio patrimonio, ad esempio per rafforzare la posizione di uno o più Eredi ritenuti maggiormente meritevoli, oppure per tutelare persone che non sono considerate eredi legittimi, o per finalità benefiche a Enti, Associazioni, Fondazioni, ecc.

Insomma, se anche solo per iniziare a ragionarci, provassimo a scrivere oggi il nostro testamento, ci ritroveremmo a pensare ai nostri affetti, ai nostri beni, agli immobili, alle cose di valore che possediamo, ai mutui ed ai finanziamenti che sono in corso, ai conti correnti, agli investimenti.
Tutti questi beni oggi dove sono? Chi li gestisce? Sono intestati solo a noi?
E di conseguenza…A chi vogliamo che arrivino? Chi se ne dovrà occupare dopo di noi?

Non sono domande di poco conto e non possiamo dare a noi stessi delle risposte improvvisate, perché le nostre mancate scelte, o scelte approssimative, ricadranno sulle persone a noi care.

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