Nel precedente articolo abbiamo iniziato a trattare il tema dell’analisi patrimoniale, con un approccio metodologico, formato da vari step, che possano permettere una fotografia precisa della propria situazione personale, attraverso la Mappatura della situazione familiare e successivamente la Mappatura degli Eredi.
Questo processo ha l’obiettivo di farci prendere coscienza di quanto le relazioni affettive e familiari possano essere o meno tutelate dalla legge in caso di nostra premorienza, con ovviamente ricadute di grande impatto sulla ripartizione del nostro patrimonio.
Le dinamiche familiari ci portano spesso a situazioni in cui il nostro desiderio di destinazione del patrimonio e quanto effettivamente accadrebbe qualora venissimo a mancare, non collimano affatto.
Proseguendo lungo il nostro percorso metodologico e schematico di analisi e pianificazione, il terzo step è rappresentato dalla MAPPATURA DEL PATRIMONIO.
A questo punto il Consulente Patrimoniale, dopo aver chiarito con il Cliente la realtà familiare e ricostruito l’ipotetico scenario in caso di successione, procede con la raccolta di informazioni dettagliate riguardo al Patrimonio.
Si tratta di una attività di estrema importanza, considerato che appunto una strategia patrimoniale efficace necessita di un quadro globale circa la patrimonialità del Cliente.
Occorre pertanto la sensibilità da parte del Cliente (e qui è anche compito del Consulente) di comprendere quanto sia fondamentale reperire e fornire informazioni complete, perché se anche semplicemente parziali, possono minare l’efficacia della strategia globale.
Patrimonio Immobiliare
Si parte dagli Immobili su cui il Cliente vanta un diritto reale, come la piena proprietà, o quote di proprietà, piuttosto che la nuda proprietà o l’usufrutto. È fondamentale per ogni immobile, avere ben chiara la provenienza (acquisto, successione, donazione e così via).
Nell’analisi immobiliare occorre verificare se è presente un immobile prima casa, quindi ottenuto con benefici fiscali, se è gravato o meno da mutui ipotecari (e quindi anche il valore del debito residuo e dell’ipoteca su di esso), il valore catastale, il valore commerciale, la categoria e se, in caso di cointestazione (ad esempio tra coniugi), è stato acquistato con il regime patrimoniale della comunione o della separazione.
L’immobile prima casa potrebbe anche non essere l’immobile adibito a residenza della famiglia.
Nel caso di più immobili, oltre ovviamente ai dati qui sopra, è necessario sapere se sono in corso contratti di locazione (quindi se l’immobile è posto “a reddito”) e quale remunerazione sono in grado di generare al netto della tassazione e degli oneri collegati, oppure se ci sono vincoli o garanzie a favore di terzi.
Mappati gli immobili, vanno poi identificati i Terreni: anche in questo caso è necessario sapere l’ubicazione degli stessi, la categoria catastale, la rendita, il valore commerciale e gli aspetti attinenti alla sua proprietà.
Ma perché tutte queste informazioni? Perché, come detto, la componente immobiliare del patrimonio del Cliente deve essere analizzata con particolare attenzione per molteplici motivi. In un’ottica di protezione patrimoniale e ottimizzazione successoria, vanno verificate le quote di proprietà, il valore commerciale e catastale. Il valore complessivo del patrimonio va ricostruito innanzitutto guardando i valori di mercato: ciò consente di quantificarlo alle quotazioni correnti definendone così la consistenza. Da un punto di vista successorio va sottolineato che il valore delle quote tra eredi, viene quantificato ai valori di mercato. Da un punto di vista prettamente fiscale, sempre legato al tema successorio, i valori di riferimento sono quelli catastali.
La consistenza immobiliare globale va anche considerata per finalità di protezione: l’abitazione principale del nucleo familiare, se emerge come esigenza nel percorso di mappatura, dovrebbe essere sempre protetta da rischi di aggressione patrimoniale, utilizzando appositi strumenti giuridici (come ad esempio un atto di destinazione, un fondo patrimoniale o un trust).
È altrettanto importante verificare se ci sono degli elementi che gravano sugli immobili e che pertanto ne possono limitare la commerciabilità / trasferibilità (e quindi la potenziale disponibilità economica derivante per il Cliente), come ad esempio ipoteche o garanzie verso terzi.
Patrimonio Mobiliare
In questa fase, altrettanto importante, si determinano i valori di tutte le attività finanziare del Cliente.
Si parte dagli Istituti / Banche presso cui si intrattengono rapporti e soprattutto come questi sono intestati (monointestati o cointestati) e se sono presenti deleghe per operare su di essi.
Schematicamente vanno catalogate le attività e gli strumenti, dividendole per natura, per dimensione, per intestazione, annotando se si tratta di asset che sono esenti o meno da imposte di successione.
Andremo quindi a definire, per ogni Intermediario e per ogni rapporto: la Liquidità di conto corrente (facendo attenzione alla giacenza media di conto negli ultimi anni, per comprendere le abitudini e operatività della persona), i Conti Deposito, i titoli di Stato (differenziandone le scadenze e le cedole), le obbligazioni, i titoli azionari, gli etf, i certificates, i fondi e le sicav, le criptovalute detenute presso Banche o Exchange. Ne emergerà un valore complessivo, su cui dovremo anche attenzionare, oltre a quanto sopra indicato sul tema di come sono intestati, se ci sono delle limitazioni alla loro liquidabilità (la facilità o meno di poterli vendere e monetizzare).
Un capitolo a parte, per quanto riguarda il Patrimonio Mobiliare, è la mappatura delle Polizze Assicurative.
L’analisi delle coperture ramo danni, permettono di capire quali eventi sono coperti, ma questo aspetto lo approfondiremo nel prossimo articolo sulla Mappatura dei Rischi.
In merito alle polizze che hanno contenuto finanziario, vanno verificati gli aspetti salienti (Compagnia, Durata, Premi Unici o Ricorrenti versati, Capitale Assicurato, Composizione della polizza) e soprattutto è necessaria la chiara identificazione dei Beneficiari indicati per ogni singola Polizza.
Le partecipazioni societarie
In un progetto di pianificazione patrimoniale, se il Cliente è un Imprenditore, necessariamente dobbiamo considerare anche la mappatura delle sue partecipazioni aziendali. L’attività economica del Cliente di prassi rappresenta la principale fonte di introito per la famiglia, ma al tempo stesso può rappresentare la principale fonte di responsabilità patrimoniale personale.
In ottica di protezione occorre sempre verificare se l’attività imprenditoriale del cliente comporta rischi professionali che possono intaccare il patrimonio familiare.
Da un punto di vista successorio, è sempre necessario valutare il corretto passaggio generazione della propria attività, al fine di assicurare la continuità aziendale ed evitare liti tra eredi. In tal senso abbiamo ampiamente parlato del Patto di Famiglia che si propone come un percorso di consapevolezza all’interno della famiglia /azienda.
Altri beni legati alle passioni
Completano la mappatura dei beni del Soggetto, altre forme di valori registrati o meno, che hanno una valenza economica. Ad esempio gioielli, orologi, quadri ed opere d’arte, collezioni, auto, barche, ecc.
Si tratta di beni che possono avere un valore economico anche rilevante, ma soprattutto essendo tipicamente legati alle “passioni” del Cliente, hanno certamente una valenza affettiva molto forte.
A questo punto raccolti tutti i dati patrimoniali, siamo in grado di poter sintetizzare, quantificandoli, tutti gli elementi rilevanti.
Tutto questo lavoro di ricognizione, unito ai 2 passaggi precedenti riguardati la mappatura familiare e degli eredi, ci porta verso il prossimo step che affronteremo nel prossimo articolo, ossia la Mappatura dei Rischi.
In attesa della prossima puntata, per ogni approfondimento sono a disposizione. Contattami.