Quando ci apprestiamo a effettuare una analisi della nostra situazione, al fine di ottenere una fotografia il più nitida possibile del momento in cui siamo della nostra vita familiare, professionale e patrimoniale, è necessario seguire un ordine logico e ben strutturato.
Questa analisi può avere molteplici obiettivi, ma innanzitutto restituirci contezza di tutto ciò che ruota intorno a noi da un punto di vista affettivo, economico e patrimoniale.
Da qui possiamo aprire molteplici ragionamenti che ci possono portare a definire priorità, obiettivi, esigenze di tutela, o di trasmissione patrimoniale.
Nel momento in cui abbiamo definito gli obiettivi, possiamo impostare le strategie per raggiungerli, con i necessari strumenti giuridici che possono fare al caso nostro.
Questo percorso deve essere affrontato con un metodo ragionato, nel quale la figura del consulente patrimoniale diventa fondamentale per assisterci nel farci acquisire quella consapevolezza (passaggio che riguarda non solo la singola persona, ma l’intero nucleo familiare) su questioni e tematiche delicate, che forse non sono mai state trattate con i propri cari.
L’approccio metodologico è di fatto un percorso guidato che permette al consulente ed al cliente, di definire una chiara visione delle dinamiche patrimoniali, familiari e professionali che impattano o possono impattare sul percorso di vita.
Se vogliamo definire degli step schematici, possiamo identificare 6 macro aree, dove prima di tutto è fondamentale conoscere (mappare), per far emergere le criticità, gli elementi da presidiare e gli obiettivi. Successivamente andranno identificate e costruite le strategie necessarie (cosa fare).
Per dare il giusto spazio ad ogni passaggio, qui a seguire trattiamo le prime due macro-aree.
Il primo step è la MAPPATURA DELLA SITUAZIONE FAMILIARE
In questa fase le informazioni relative alla situazione familiare rivestono un ruolo cruciale per l’analisi patrimoniale e successoria. Ogni contesto familiare ha dinamiche differenti, le quali portano con sé diritti patrimoniali e successori altrettanto differenti.
Consideriamo alcuni dati, che devono farci riflettere sull’esigenza di conoscere a fondo la situazione familiare, a tutela dei nostri cari:
- Le strutture familiari sono radicalmente cambiate ed oggi abbiamo molteplici modelli di famiglia (dalla monogenitoriale alle famiglie allargate);
- 1/4 dei bambini nasce fuori dal contesto matrimoniale;
- Le coppie coniugate con figli sono in diminuzione;
- Aumentano le separazioni ed i divorzi;
- Aumentano i single senza figli.
Perché è fondamentale identificare la situazione familiare? Perché ogni status porta con sé delle ricadute da un punto di vista patrimoniale e successorio.
Chi è single, per scelta, per divorzio o per vedovanza e non ha discendenti, dovrebbe considerare che è fortemente consigliabile definire una strategia successoria (utilizzando ad esempio il Testamento). Non avendo figli e non avendo un coniuge a cui normalmente si indirizza gran parte della propria ricchezza, ha l’esigenza / opportunità di effettuare delle scelte specifiche.
Il soggetto coniugato (vale anche per le unioni civili) ha almeno un erede, ossia il proprio coniuge, al quale spetta per legge una parte del patrimonio. È peraltro opportuno, ancor prima del tema successorio, che la coppia definisca il regime patrimoniale della famiglia, se in comunione o in separazione dei beni. Ciò ha una importante valenza per tutti gli eventi patrimoniali che possono impattare sulla vita della coppia.
Il separato vive una fase di “sospensiva”, in quanto fatto salvo che la separazione non sia stata “addebitata”, mantiene i diritti successori, pertanto eredita in caso di premorienza del coniuge anche se separati. Distinzione ovviamente netta con chi è divorziato, in quanto al netto di casi particolari (come ad esempio un Testamento in suo favore), non ha alcun diritto successorio sui beni dell’ex coniuge.
Il convivente merita poi una grande attenzione, in quanto trattasi di una casistica come detto in costante aumento. Se non vi è presenza di testamento in suo favore (o altre strategie di pianificazione come ad esempio l’utilizzo di polizze vita), il convivente è di fatto un “estraneo” dal punto di vista successorio del proprio partner.
Occorre inoltre considerare sempre le eventuali situazioni pregresse (convivenze, separazioni in corso, figli avuti da precedenti relazioni, ecc.) in quanto ogni familiare, potrebbe rientrare nei diritti ereditari del soggetto.
Il secondo step è la MAPPATURA DEGLI EREDI
Definito il contesto familiare ed affettivo, la mappatura dei possibili eredi ricopre un ruolo fondamentale nell’ambito di qualsiasi strategia patrimoniale e successoria. Il corretto inquadramento dei soggetti che in un preciso momento rientrerebbero nell’asse ereditario, consente di elaborare una pianificazione in linea con le specifiche esigenze successorie del Cliente.
È centrale l’individuazione degli Eredi Legittimari, ossia coloro in favore dei quali, per effetto della normativa, spetta una frazione del patrimonio ereditario. Gli Eredi Legittimari sono il Coniuge, anche se separato purchè non gli sia stata addebitata la separazione (ricomprendiamo anche le Unioni Civili), i Figli ed eventualmente i loro discendenti (in caso di loro premorienza) e gli Ascendenti (genitori del de cuius) in mancanza di Figli.
Visto che parliamo di Eredi Legittimari, ossia volgarmente parlando “coloro che non possono essere esclusi” dal ricevere una quota di eredità, è opportuno differenziare i termini di Quota Disponibile e Quota di Legittima (detta anche Quota di Riserva).
La Quota Disponibile rappresenta quella porzione di patrimonio di cui il soggetto può disporre liberamente nella sua “assegnazione” tramite testamento o atti di donazione. Va da sé, che la Quota di Legittima è la parte di patrimonio di cui il soggetto non può disporre, proprio perché rappresenta la parte minimale che verrà assegnata di diritto agli Eredi Legittimari.
Le Quote di Legittima variano a seconda del numero di Eredi Legittimari.
In caso sia presente solo il Coniuge tra gli Eredi Legittimari, il 50% della massa ereditaria, per legge sarà di sua spettanza, mentre il restante 50% potrebbe essere “riallocato” come Quota Disponibile. Ciò ovviamente non implica che debba essere destinati ad altri soggetti differenti dal coniuge superstite, ma è nelle possibilità del Soggetto (tipicamente tramite testamento) poter destinare una parte o interamente quel 50% Disponibile per avvantaggiare altri soggetti. Ovviamente qualora non venisse definita alcuna strategia patrimoniale e successoria, in caso ci sia solo il coniuge come erede legittimario, erediterà il 100% del patrimonio.
In caso oltre al coniuge sia presente un figlio, la Quota di Legittima sarà 1/3 al coniuge ed 1/3 al figlio, mentre la Quota Disponibile sarà il restante 1/3. In assenza di strategie, pertanto con una successione legittima, il patrimonio sarà diviso a metà tra il coniuge superstite ed il figlio.
In presenza di due o più figli, la Quota di Legittima sarà 1/4 al coniuge, 2/4 da ripartire tra i figli ed il restante 1/4 come quota disponibile. Mentre qualora la successione seguisse la ripartizione tra gli Eredi, 1/3 andrebbe al coniuge e la restante parte ai figli.
Sintetizzando, la Quota Legittima spetta agli Eredi Legittimari e qualora il Soggetto si avvalesse di allocare con strumenti di pianificazione la sua Quota Disponibile, otterrebbe l’effetto di comprimere la fetta di patrimonio da destinare ai Legittimari. La Quota Disponibile potrebbe essere utilizzata per favorire soggetti esclusi dall’asse ereditario o per rafforzarne alcuni.
I punti successivi, che per questioni di spazio meritano approfondimenti specifici in un prossimo articolo, riguardano la MAPPATURA DEL PATRIMONIO e la MAPPATURA DEI RISCHI, per arrivare a un quadro completo ed esaustivo riguardante le informazioni.
Gli ultimi due step di questo percorso sono orientati al fare, ossia pianificare STRATEGIE DI PROTEZIONE E STRATEGIE SUCCESSORIE.
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