Come può essere utile un consulente patrimoniale nella decisione di coppia per evitare di arrivare al ciò che è mio, è mio e ciò che è tuo, è mio.
Con la graduale e costante riapertura di tutte le attività, si sono allentate anche le restrizioni alle cerimonie.
E così dopo un anno decisamente complicato, dove molti matrimoni sono stati rinviati, la grande macchina che ruota attorno a questi eventi, si è rimessa in moto.
Fermo restando che ognuno è libero di organizzare il suo matrimonio come meglio ritiene, prima ancora dei fiori, dei confetti e dell’organizzazione dei tavoli a cui far accomodare gli invitati, i futuri sposini dovrebbero prendersi il tempo necessario per ragionare insieme, magari con il loro consulente di fiducia, su quale regime patrimoniale adottare dal giorno 1 della loro vita coniugale.
Le opzioni di scelta fondamentalmente sono due.
La comunione legale
Come funziona
È il regime patrimoniale attraverso il quale una coppia unita da vincolo coniugale, sceglie che i beni acquistati durante il matrimonio sono comuni a entrambi i coniugi, anche se l’acquisto è stato perfezionato da uno solo dei coniugi. Per disporre dei beni risultanti in comunione, occorre che entrambi siano d’accordo.
La comunione si costituisce, salvo diversa scelta da comunicare anticipatamente, nel momento stesso del matrimonio, tant’è che viene chiamata comunione immediata e da quel momento si applicherà agli acquisti che verranno effettuati dalla coppia.
Andrà a impattare sugli acquisti compiuti durante il matrimonio, sia congiuntamente che separatamente dai coniugi.
Eccezioni
Ci sono ovviamente delle eccezioni, ossia beni personali che sono e restano di proprietà esclusiva di ciascuno dei coniugi:
- i beni di cui ciascun coniuge era proprietario prima del matrimonio;
- i beni acquisiti dopo il matrimonio per effetto di donazione o successione;
- i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge;
- i beni che servono all’esercizio della professione del coniuge;
- i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno nonché la pensione per perdita della capacità lavorativa;
- i beni acquistati con il prezzo del trasferimento di beni personali o con il loro scambio.
In questo caso i beni personali possono essere sostituiti con altri beni che non cadono in comunione, ma occorrono i seguenti requisiti:
- il coniuge acquirente deve rendere un’apposita dichiarazione nell’atto di acquisto;
- qualora l’acquisto riguardi beni immobili o mobili registrati, anche l’altro coniuge deve intervenire all’atto.
Amministrazione dei beni
L’amministrazione dei beni della comunione spetta ai coniugi, che la esercitano con modalità diverse a seconda dell’importanza dell’atto da compiere. In particolare:
- gli atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti separatamente da ciascun coniuge;
- gli atti di straordinaria amministrazione devono essere compiuti congiuntamente da entrambi i coniugi.
Scioglimento della comunione
Lo scioglimento della comunione legale si verifica per le seguenti cause:
- morte di uno dei coniugi;
- fallimento di uno dei coniugi;
- annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;
- separazione personale;
- scelta del regime della separazione dei beni, mediante apposita convenzione.
Debiti
Altro importante aspetto riguarda la responsabilità per gli eventuali debiti.
I beni della comunione rispondono direttamente:
- per gli oneri gravanti su di essi al momento dell’acquisto;
- per le obbligazioni contratte separatamente dai coniugi, nell’interesse della famiglia;
- per le obbligazioni contratte congiuntamente dai coniugi.
I beni della comunione, invece, rispondono sussidiariamente per le obbligazioni contratte separatamente dai coniugi, per interessi estranei alla famiglia.
Responsabilità sussidiaria significa che i creditori devono soddisfarsi prima di tutto sui beni personali del coniuge loro debitore: ma in caso di insufficienza possono aggredire anche i beni della comunione, fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato.
La Separazione dei Beni
Come funziona
La separazione dei beni è il regime patrimoniale della famiglia in virtù del quale ciascun coniuge conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.
La separazione dei beni non ha nulla a che vedere con la separazione personale consensuale o giudiziale e non incide in alcuno modo sui diritti (anche successori) del coniuge.
Come si costituisce
La separazione dei beni opera solo in presenza di apposita scelta in tal senso da parte dei coniugi che può essere avvenire in due modi:
- al momento del matrimonio, mediante dichiarazione inserita nell’atto di celebrazione del matrimonio;
- in qualsiasi momento successivo al matrimonio, mediante la stipula di una convenzione matrimoniale (un vero e proprio contratto). In tal caso sarà redatto un Atto Pubblico presso un Notaio e verrà annotato a margine dell’atto di matrimonio.
Amministrazione dei beni
L’amministrazione dei beni spetta ai coniugi separatamente, ciascuno in relazione ai beni di cui è titolare esclusivo.
Creditori
Altro aspetto da considerare è quello della responsabilità per gli eventuali debiti. Essa grava separatamente su ciascuno dei coniugi: questo significa che i creditori possono soddisfarsi solo sui beni del coniuge loro debitore, senza possibilità di aggredire i beni dell’altro coniuge.
Perché sedersi a un tavolo e parlarne… magari supportati dal proprio Consulente Patrimoniale
Innanzitutto, alla base di un rapporto che sta per portarsi ad un altro livello, attraverso il vincolo coniugale, è fondamentale la chiarezza.
Il tema va affrontato proprio per decidere insieme quale sarà il regime patrimoniale della coppia, o meglio della famiglia (perché anche una coppia è di fatto un nucleo familiare che potrebbe in seguito ulteriormente ampliarsi con l’arrivo dei figli).
Ci sono degli aspetti che vanno valutati insieme al proprio consulente patrimoniale, il quale ha il compito di informare, di spiegare il funzionamento e i risvolti delle scelte possibili, di evidenziare gli eventuali scenari che si aprirebbero in caso di situazione in mutamento, di equilibrare la discussione, affinché si arrivi a decisioni consapevoli e condivise all’interno della famiglia.
Principalmente ci sono due fattori detonanti che possono impattare con ricadute differenti a seconda del regime patrimoniale scelto dai coniugi:
- una crisi familiare;
- una crisi lavorativa/imprenditoriale.
Non si può dire a priori quale sia la scelta migliore. Ognuno dei coniugi arriva al matrimonio con un suo personale bagaglio pregresso, fatto di esperienze umane e affettive, ma anche di contesti lavorativi, patrimoniali, valori attivi e passività, che possono evolvere nel corso del tempo.
Parlarne prima è fondamentale e non deve essere vissuto come un atto di sfiducia verso il futuro coniuge oppure un mettere le mani avanti qualora la famiglia dovesse avvitarsi su problematiche interne, ma anzi è il primo step per impostare una vita di coppia serena e trasparente.
Analizzare il contesto attuale, valutare i progetti patrimoniali del singolo e della famiglia, tracciare delle traiettorie di crescita, pesare i rischi impliciti di ogni passaggio: per una coppia giovane che ha una situazione alle spalle lineare, può essere l’impegno insieme al consulente patrimoniale di poche ore di confronto, ma di una importanza fondamentale.
Pianificare anche questo aspetto, è un primo atto di amore che l’individuo pone in essere nei confronti della famiglia che andrà a costituire di lì a poco con il matrimonio. Non è da intendersi solo come un tutelare se stessi, ma anche e soprattutto il coniuge, perché i risvolti della vita possono essere molteplici e il rischio che eventi sfavorevoli investano l’intera famiglia deve essere considerato e vanno poste in essere adeguate protezioni.
Il matrimonio è un passo importante per la coppia, pertanto è bene valutare fin da subito gli aspetti patrimoniali.
Costruiamo ora un nuovo inizio. Insieme.
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