Secondo le ultime ricerche, l’educazione finanziaria rappresenta un trend in crescita tra i giovani italiani. Analizziamo insieme cause e conseguenze di questo dato, e scopriamo qual è il ruolo che il consulente finanziario può ritagliarsi nel rapporto con le nuove generazioni.
L’educazione finanziaria dei giovani è una tematica di grande importanza e responsabilità. È fondamentale che le nuove generazioni siano preparate ad affrontare le sfide finanziarie odierne, non solo in un’ottica personale, ma anche se non soprattutto dal punto di vista dell’interesse collettivo.
In effetti, più aumentano le persone in grado di effettuare investimenti consapevoli, più l’intero sistema finanziario del Paese ne può trarre giovamento. E guardando al futuro, sono proprio i giovani di oggi che si troveranno nei prossimi anni a dover prendere decisioni strategiche e delicate in merito a come investire i propri risparmi.
Fortunatamente, rispetto ad alcuni anni fa, l’interesse giovanile nei confronti dei temi economici e finanziari è cresciuto in modo netto. Cerchiamo allora di analizzare alcuni dati interessanti evidenziati da un report specifico realizzato dall’Osservatorio “Diventare investitori” (uno studio di Pictet Asset Management in collaborazione con Finer Finance Explorer), in modo da comprendere sia i motivi di questo trend positivo, sia il ruolo che il consulente finanziario può giocare per ciò che riguarda l’educazione all’investimento delle generazioni più giovani.
Educazione finanziaria e giovani, un bisogno in costante crescita
Secondo i dati del report 2023, che seguono a ruota quelli già positivi dell’anno precedente, la crescita negli ultimi 2 anni dell’interesse per la finanza degli studenti over 18 è stata di oltre il 20%.
Si tratta di un numero molto significativo, che indica come gli studenti iniziano a voler conoscere meglio il mondo della finanza non appena diventano maggiorenni. Va anche sottolineato che questa ricerca di conoscenza non è particolarmente costante, ma piuttosto si sviluppa una tantum, volta per volta, probabilmente stimolata dalla curiosità generata dai mass media.
Ai più giovani, come è tutto sommato normale che sia, manca una visione ad ampio raggio; tendono a pensare esclusivamente al presente (infatti, come vedremo, molti di loro prediligono informarsi sui social media). Ciò significa che c’è poca propensione verso strumenti come ad esempio i PAC, e questo non solo da parte dei neo-maggiorenni, ma più in generale per tutta la fascia degli under 35.
Quest’ultimo è un indicatore che, sebbene l’interesse dei giovani sia effettivamente in crescita, indica che c’è ancora molta strada da percorrere: i Piani di Accumulo infatti sono pensati proprio per funzionare a lungo termine, e gli under 35 rappresentano il target di età ideale per metterli a frutto. Ma, come abbiamo detto, il focus delle nuove generazioni è più rivolto al presente che al futuro, e ora cercheremo di capirne il motivo.
Le crisi aumentano l’interesse per la finanza
Non è un caso se proprio in questi ultimi anni è cresciuto l’interesse dei più giovani verso i temi finanziari.
Il contesto geopolitico sempre più complesso, fatto di guerre, crisi energetiche e/o climatiche, ha portato alla luce un bisogno crescente, un desiderio sempre maggiore di voler comprendere ogni aspetto non solo dell’ambito politico, ma anche di quello finanziario, così da poter vedere sotto la giusta luce gli eventi del mondo attuale.
Del resto, quando ci sono situazioni di emergenza continua, anche i prezzi dei beni e delle attività di tutti i giorni aumentano, ed è un aspetto che coinvolge anche le nuove generazioni. I giovani quindi si informano di più rispetto al passato, per cercare di dare una risposta agli eventi che si susseguono quotidianamente e su cui tutti veniamo sollecitati in modo continuo, anche tramite canali digitali.
Come abbiamo accennato poco fa, infatti, è sempre più in aumento la percentuale di giovani che si documenta attraverso i social media, mentre solo il 10% utilizza stampa e televisione. Si tratta di un dato interessante, soprattutto se correlato al fatto che circa un terzo degli intervistati dichiara di percepire la presenza di contenuti scarsi o poco affidabili.
<p”>I giovani, quindi, si informano online nonostante comprendano la difficoltà di reperire notizie effettivamente attendibili. Perché? Probabilmente proprio per la loro predisposizione a privilegiare il presente, l’hic et nunc, piuttosto che il futuro. Forse perché il futuro, proprio per le numerose e complesse situazioni di conflitto e caos sparse per il mondo, si preannuncia più che mai cupo e difficile. Ma è proprio questa la sfida da vincere per educare al meglio le nuove generazioni sui temi finanziari.
Una consulenza finanziaria per le giovani generazioni
All’interno del contesto che abbiamo appena descritto, in cui i giovani hanno evidenziato un aumento dell’interesse per i temi della finanza, ma con ancora molta strada da intraprendere riguardo alla loro educazione, quale contributo può fornire la figura del consulente finanziario?
Sicuramente una consulenza finanziaria chiara e precisa può dare un enorme aiuto per migliorare la padronanza delle nuove generazioni sui modi e gli strumenti con cui investire.
Se è vero che la fonte educativa primaria spetta certamente a scuole e università, pensiero comune in diversi altri paesi europei, come segnalato dal fondatore e CEO di Finer Nicola Ronchetti, va anche detto che in questo caso il consulente finanziario può offrire un apporto davvero importante e risultare decisivo grazie alla sue conoscenze della materia.
Nel Regno Unito è infatti un pensiero piuttosto diffuso quello secondo cui i consulenti detengano un ruolo attivo nel contesto dell’educazione finanziaria: un consulente può basarsi infatti su tutta la sua esperienza per indirizzare i giovani investitori verso le scelte finanziarie più importanti per loro.
Abbiamo detto ad esempio che, secondo il report dell’Osservatorio, il Pac è un prodotto poco considerato: una consulenza finanziaria chiara e precisa può aiutare a fare in modo che le finalità di un Piano di Accumulo vengano comprese più chiaramente dai giovani, che potranno capire in modo preciso l’utilità di pensare non solo al presente, ma anche al futuro, operando un investimento graduale, flessibile e personalizzato.
Un approccio meno scolastico e più professionale potrebbe quindi risultare importante e influire in modo significativo sul rapporto tra le nuove generazioni e il mondo della finanza e degli investimenti. Oggi come oggi, dunque, chi lavora nel settore finanziario deve essere consapevole di possedere un ruolo rilevante quale risorsa per un giovane che vuole ampliare le sue conoscenze finanziarie.
Sei un giovane under 35 e ti interessa saperne di più sull’ambito della finanza e degli investimenti? Contattami per scoprire come avvicinarti nel modo migliore a queste tematiche.